Adieu la France, Bonjour l’Algerie

Ne avevo scritto su Linea Bianca, qualche anno fa e con grande soddisfazione. 

Oggi mi sembrava giusto ricordarne le gesta nel nostro calendario laico, a Caterpillar. 

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ll 5 Febbraio del 1962 è un giorno di speranza per la popolazione algerina: il presidente francese Charles De Gaulle annuncia la prossima fine dell’esperienza coloniale; sono passati otto anni dall’inizio della guerra di liberazione e centotrentadue dall’occupazione.

Nel paese c’è ancora la guerra e il cessate il fuoco arriverà il 15 Marzo. Per gli algerini si avvicina il momento del riscatto e del sogno di un paese libero e democratico: un cammino tortuoso, che ancora oggi affronta curve pericolose.

Tra chi è pronto ad esultare c’è anche un gruppo di ragazzi che hanno voltato la faccia a soldi, posizioni sicure, carriere in discesa. Fanno i calciatori e fino a quattro anni prima giocavano nel campionato francese, alcuni anche in nazionale. Poi, un giorno del ‘58, hanno deciso di sparire, mollare le loro squadra e relativi ricchi ingaggi, per ritrovarsi in una Tunisi già indipendente e giocare con la maglia della nazionale algerina, la nazionale di un paese che ancora non esiste: maglia verde con banda bianca, calzoncini bianchi, calzettoni verdi.

Gireranno il mondo per quattro anni ospiti di tutti i paesi non allineati. I più bravi si chiamano Zitouni, Makhloufi, Kermali, tanto forti da battere jugoslavi, nordcoreani, ungheresi e riempire gli stadi di mezzo mondo. Tra gli eroi della nuova Algeria ci sarà anche un gruppo di professionisti del pallone: un po’ sognatori, un po’ rivoluzionari.

Domani, 5 Febbraio, Caterpillar si ricorda della nazionale di calcio del Fln, di chi è riuscito a cambiare la propria vita giocando a pallone e un po’ anche quella degli altri.